AGOSTINO GALLO

Imprenditore e uomo di cultura nato a Cadignano nel 1499 e morto a Brescia nel 1570. Arricchitosi con il commercio di tessuti, acquistò una proprietà terriera presso Poncarale, dedicandosi ai piaceri della vita di campagna e alla stesura di un trattato che affronta temi digestione della proprietà agraria. Nel brano che segue, Giovan Battista Avogadro e Cornelio Ducco dialogano trattando dell'agricoltura bresciana.

AGRICOLTURA BRESCIANA


Gio. Batt.

Non si può negare che Columella non sia stato il più famoso Autore dell'agricoltura di tutti gl i altri antichi; nondimeno se egli ritornasse al mondo, io son certissimo che lodarebbe le migliara di Bresciani per gran valenti in questa professione. Ditemi, vi prego, dove si trova un paese così grande come questo, il quale essendo per natura sterile, sia fatto parer fertile dalla grandissima copia de' lavoratori industriosi, che in lui si trovano?

Cornelio.

Non solamente è sterile (come dite) per essere delle quattro parti le tre occupate da monti, colli, valli, e laghi; ma ancora quella che è piana, non è più della quarta parte, che faccia lini, e le altre tre sono più tosto sterili, che fertili; di maniera che tutta quella parte, che veramente si può chiamare fertile, non è più delle sedeci l'una di tutto il paese.

Gio. Batt.

Avenga che voi dite il vero; nientedimeno per esser'habitato da tante migliara di genti, se debbono raccogliere il loro necessario vivere, è forza anco che siano molto industriose; come non pure, non mancano quelle che coltivano tutto il piano; ma etiandio tutte quell'altre, che habitano per le montagne e valli che sono di assai maggior numero (per raccogliere a pena il vivere per tre mesi) lavorano talmente quei siti, che si possono coltivare, che fanno stupire tutto il mondo. Chi non si stupirebbe grandemente vedendo quelle genti a coltivare benissimo quei luoghi, che, sono per la maggior parte ertissimi, solamente coi zapponi, portando le carpelle di legno ferrate sotto i piedi di punte aguzze, accioché non cadino da quei bricchi, e si fiacchino il collo con tutta la vita loro?

Cornelio.

Sì come non è dubbio alcuno, che ne i paesi montuosi nascono più genti, e vivono più lungo tempo per cagìon dell'aere così aprico, e per l'essercitio continovo dell'ascendere, e discendere, che non fanno nei piani; cosi è forza, che quanto più crescono, siano anco maggiormente coltivati.
...
Come dapoi di tempo in tempo, secondo che sono ampliate le genti in numero, hanno ridutto tutte quelle cose co i monti, colli, valli, e piano al primo stato, e tutto sempre con grandissime industrie, con infinite spese, e con incredibili arti. Di maniera che si potrebbe dire, quando nasce un Bresciano, e specialmente un nobile, nasca etiandio un agricoltore, poiché si vede, che '1 Cielo largamente c'infonde la intelligentia del vero coltivar la terra...

Gio. Batt.

Veramente, che io non so dove sia un altro paese così dotato dal Signor Iddio, come è questo. Il quale non tanto ha il piano, che s'irriga benissimo quasi tutto, e i colli abondanti di grani, di bevande, e di frutti; ma ancora ha i monti copiosi di pascoli, di boschi, e di vene minerali, che si colano per ridurle in ferri, e acciali da gli assaissimi popoli, i quali (come ho anco detto) per non raccogliere la quarta parte dei loro vivere, vengono a comprare i frumenti, i migli e i vini dal nostro piano. E per verità la maggior parte delle nostre ricchezze dipendono dalla gran quantità de' danari, che vengonoportati da' paesi alieni; parte per li detti ferri e acciali lavorati e da lavorare, e parte ancora per la gran copia de' lini, che sono condutti altrove. Che se questo paese havesse un fiume navigabile, ho quasi per fermo che egli serebbe superiore a quello che fu dato da Dio al popolo d'Israele...