Oggi si è concluso il breve ciclo di conferenze organizzate in Santa Giulia dall’associazione Longobardia sul tema “Brescia città regale longobarda – I Longobardi tra passato, presente e futuro: viaggio nel patrimonio ereditario letterario del popolo longobardo”. L’interessante conferenza di oggi prevedeva gli interventi di Giancarlo Andenna e Gian Pietro Brogiolo, due nomi ben conosciuti della storia e dell’archeologia altomedioevale, nonché di Luigi Bandera, segretario dell’associazione organizzatrice.
Si è parlato, tra le altre cose (di cui probabilmente riferirò in seguito), della candidatura UNESCO dei siti longobardi in Italia. Una vera e propria “rete” di siti distribuiti lungo tutta la Penisola: inizialmente il progetto, intitolato Italia Langobardorum: centri di potere e di culto, comprendeva il Monastero Reale di San Salvatore/Santa Giulia in Brescia e il Tempietto Longobardo di Cividale del Friuli; successivamente sono stati inseriti nel piano di gestione anche la chiesa e il castrum di Santa Maria Foris Portas di Castelseprio (VA), la chiesa di San Salvatore di Spoleto e il tempietto alle fonti del Clitunno (PG), la chiesa di Santa Sofia di Benevento e il santuario Micaelico di Monte Sant’Angelo (FG).
Il vastissimo progetto vede la collaborazione di 5 Regioni, 6 Province, 8 Comuni, 3 Diocesi, 3 Comunità montane, 1 Ente parco, il FAI e una cinquantina di altre istituzioni. A gennaio 2008 dovrebbe essere consegnata la documentazione necessaria; nell’estate dello stesso anno cominceranno i sopralluoghi dei commissari ICOMOS* e a inizio 2009 si conoscerà l’esito delle valutazioni (teniamo le dita incrociate).
L’inclusione dei luoghi longobardi nel Patrimonio dell’UNESCO sarebbe non soltanto un’ottima occasione per Brescia, ma anche e soprattutto un grande omaggio alla memoria di un popolo la cui vicenda costituisce una delle fondamenta del nostro Paese e della sua lunga storia.
Lapide che ricorda la fondazione del monastero benedettino bresciano voluto dalla regina longobarda Ansa