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Dall'alto:
fresatrice Mannaioni per lavorazioni meccaniche;

macchina circolare per calze da donna in nylon costruita da Francesco Lonati negli anni Cinquanta;

rettificatrice per superfici piane parallele a due mole a disco ed asse orizzontale della ditta Giustina di Torino, 1964;

reparto campionatura macchine per calze da donna dello stabilimento Lonati, macchine circolari per calzifici, Brescia, fine anni Settanta.
Dall'alto:

aspatoio a motore per matasse di ferro, anni Sessanta;

pressa meccanica Innocenti da 2000 tonnellate per lo stampaggio di carrozzerie, anni Sessanta.
La meccanica pesante ha celebrato i suoi fasti con le costruzioni ferroviarie, all'epoca della prima guerra mondiale, e con la realizzazione dei grandi impianti idroelettrici (condotte forzate, turbine). Nei decenni successivi l'industria meccanica si ramifica moltissimo e la sua storia è scritta prevalentemente da aziende di dimensioni medio-piccole. Molto interessante, ma difficile da ricostruire, è il progresso che si verifica in settori della meccanica che lavorano per l'industria leggera (tessile, legno, cuoio, ecc.), ove la capacità d'innovazione è indubbia, e concorre al successo di lungo periodo di questo comparto della nostra economia, pur non risultando dalle statistiche dei brevetti depositati ove, viceversa, abbondano invenzioni mai applicate nella pratica industriale. L'innovazione avviene dal basso, in fabbrica, fuori dai canali istituzionali; si tratta quindi prevalentemente di un'innovazione di processo che supplisce a carenze dal lato tecnico-scientifico ed istituzionale.L'industria italiana riesce ad occupare posizioni di punta in settori quali il meccanotessile, ovvero nella robotica e nelle macchine utensili non tradizionali.