Nel corso della notte viene effettuato un bombardamento dal castello, anche allo scopo di creare la confusione adatta a fare uscire messaggeri che vanno a chiedere soccorso.
Saleri si dimette a causa di un infortunio occorsogli, fatto cui si aggiunge la morte della moglie.
Ogni
responsabilità ricade così sul suo collaboratore Sangervasio che, con i presenti
quel mattino (alcuni consiglieri, qualche rappresentante del Comitato
insurrezionale, alcuni attivisti repubblicani e cittadini
adunati), istituisce un comitato di pubblica difesa diretto dai repubblicani Luigi Contratti e Carlo Cassola, la sua sede viene stabilita nei locali del teatro cittadino, che funge anche da provvisoria caserma per gli insorti.
Il capo-medico Löwestein ottiene dal comandante del castello la sospensione dei bombardamenti in cambio dell'incolumità dei soldati ricoverati negli ospedali militari e del silenzio delle campane, che venivano suonate a chiamata generale.