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Dall'alto:
cinepresa Donato da 35 mm per titolatrice, 1940;

proiettore per film sonoro della italiana A. Prevost & C.
Dall'alto:
titolatrice per riprese a passo uno costruita dalla milanese Gamma Film nel 1960.
Le macchine del cinema in una ripresa in esterni negli anni Trenta.
A destra,
registi ed attori sul set di un film italiano in lavorazione a Cinecittà nel 1951.

Sotto,
rodovetro con disegno per cartoni animati italiani, Gamma Film di Roberto Gavioli, Milano, 1965.
Lo spettacolo cinematografico prese avvio in Italia nel 1896, quando a Torino venne aperta la prima sala di proiezione. Pochi mesi prima, il 28 dicembre 1895, a Parigi i fratelli Lumiére avevano inaugurato ufficialmente la storia del cinema.
L'"arte del XX secolo" ebbe subito uno straordinario successo di pubblico in tutto il mondo; in essa erano fortemente intrecciati gli aspetti artigianali, artistici, commerciali e tecnico-industriali.
Da questo punto di vista il cinema era l'esito di una
lunga vicenda dagli interessanti risvolti scientifici (ottica e chimica). Giunto a maturità industriale, si impose la standardizzazione: pellicole formato 35 mm, cadenza dei fotogrammi (15, poi 24 al secondo). Le principali innovazioni successive furono il sonoro ed il colore.
In Italia il fascismo investì fortemente nel cinema: 1925, creazione dell'Istituto Luce; 1935, nascita Centro Sperimentale; 1937, apertura di Cinecittà. Accanto al cinema commerciale è da ricordare la cinematografia scientifica, che si collega alla ricerca di tecniche (ed effetti) speciali: riprese ultrarapide, ecc. Storia a sé è quella del disegno animato che, a partire dal 1940, trovò anche in Italia i suoi autori: Domeneghini, Pagot, Gavioli, Bozzetto.