1º aprile 1849

10º giorno dell'insurrezione

Si sviluppa l'assalto decisivo a tutte le porte della città.

Il terzo corpo d'armata, di ritorno dalla vittoriosa guerra sul Ticino, si avvicina rapidamente a Brescia.

Gli imperiali penetrano progressivamente in città, combattendo, incendiando e saccheggiando casa per casa.

La resistenza si riduce verso le barricate più interne, con scontri accaniti ancora a piazzetta dell'Albera e alla contrada Bruttanome (attuale corso Magenta).

Il generale Nugent è ferito; morirà dopo la conclusione della rivolta.

I responsabili del Municipio decidono di inviare una delegazione guidata da padre Maurizio Malvestiti per trattare la resa con Haynau, che promette solo: "... ai tranquilli abitanti non verrà fatto nulla di ostile."

La resa viene accettata, ma continuano combattimenti isolati in diverse zone della città.

Gli imperiali si abbandonano a violenze e crudeltà d'ogni genere. Si moltiplicano gli incendi, i saccheggi, gli stupri, le le catture indiscriminate. Si eseguono fucilazioni immediate e arbitrarie.

Nella notte l'avanguardia dei patrioti, condotta dal bergamasco Camozzi in soccorso di Brescia, viene sorpresa e decimata alle porte della città.

Stampa raffigurante i combattimenti in contrada Bruttanome, alla barricata di San Barnaba (attuale Corso Magenta)
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