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è figlio : ma io temo molto che a quest'ora sia già senza

padre nè madre. "

Io era felice di portar con me quel caro bambino : lo presi in braccio e salii tutto allegro le scale.

" Ho fame " fece Nino appena entrato nella soffitta, adocchiando la piccola credenza.

" Sicuro, bisognerà pensare anche alla cena. Ma dove si va a fare la spesa se tutte le botteghe sono chiuse disse mio padre. Frugando nella credenza e nel cassetto della tavola fummo però tanto fortunati da mettere insieme una manata di seccherelli, un pezzetto di formaggio e non ricordo se una cipolla o una carota. Ma quando si ha fame davvero, tutto è buono. Nino mangiò assai volentieri di quel pane ch'egli chiamava biscotto , mentre avrebbe dovuto dirlo semplicemente duro . Poi, essendosi fatto sera, guardò il mio lettuccio e mi chiese che ve lo mettessi a dormire. Cercò due, o tre volte della mamma, ma, avendogli io detto che, sarebbe venuta dopo ch'egli avesse dormito bene, si addormentò. Quant'era bello e carino ! Già sentivo di volergli tutto il mio bene. A lui feci subito il sacrificio del mio nome: Nino ormai non doveva chiamarsi che lui in casa nostra : io ripresi il mio nome intiero di Faustino.

Lunedì, 2 aprile.

E' una fortuna che questa povera creatura sia entrata in casa nostra! Dio sa a quali escandesenze si sarebbe abbandonato mio padre ripensando all'immane disastro che ha colpito la nostra cara città! invece, per non svegliare il bambino, si frenò, vinse il dotorte l'ira che gli ribollivano dentro; soltano va esclamando, stringendo i pugni o dandosi dei forti colpi sulla fronte con la mano aperta:

" Abbiamo ammazzato e fatto ammazzare tanta gente, e con quale costrutto?.... Pure.... mi pare impossibile che possiamo restare così ! "


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