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venivano se non dal Piemonte? E certo se quell'armi non fossero comparse, la moltitudine non avrebbe di sì fatta maniera levato il capo. Si arrogi, che la fuga degli imperiali, di tutti gli addetti alla Delegazione, del delegato istesso; il passare in que' dì, diretto a Verona, del governatore di Lombardia Montecuccoli, con seco un austriaco arciduca; il ritirarsi dei Comando di piazza, di quello di provianda e di gendarmeria presso il castello, aumentava l'ardire dei forsennati. Quelle fughe mettevano nella mente del popolo credenze di sconfitte, che ad arte si spargevano, tocche all'armi imperiali ".

" Sciagurati, che nulla perdevano, ci condussero a tanto. Subì la pena quella parte dei popolo che fece sua possa per rattenerli, per evitare, per comprimere la rivolta " (qui seguita la preghiera perchè l'ingente penale venga almeno diminuita).

Eletti a presentarla furono il padre Maurizio, Clemente Rosa, Bortolo Federici. L'avv. Saleri, per malattia non potè unirsi ad essi. Non so che rispondesse Radetzky; certo è che la multa fu diminuita, della quale già si aveva pagato un milione e poco meno di 259 mila lire [1].

Nè certo darem colpa al Municipio di quell'atto, che ogni cuore bresciano avrebbe voluto più degno della nostra dignità. Probabilmente fu all'Anelli dovuto, che proposto dirigente provvisorio dal Consiglio municipale (3 aprite), veniva poi dal tenente maresciallo Appel con sua lettera del 4 in quell'ufficio riconfermato [2], e che il 15 aprile minacciava la denuncia al militare dei renitenti alle inflitte multe [3].

  1. Memorie Bresciane cit. Documenti. Doc. XVIII.
  2. Giorgio Anelli, relatore della Congregazione provinciale, con alto 3 aprile 1849, n. 1758, viene proposto al maresciallo quale dirigente del Municìpio.
  3. Mem. Bresc. cit.


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