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una forza qualunque, che bastevole fosse a contenere i tristi ed assicurare i buoni e leali cittadini. Non restò che il solo inefficace sussidio della preghiera e della esortazione. Gli onesti cittadini, presentendo la sventura, s'allontanavano ogni dì più da una procella cui non valevano a rattenere; e il numero di coloro che nulla s'avendo a perdere, sollevano le ribellioni per trovare nei pubblici commovimenti ciò che loro non è dato nella pubblica quiete, cresceva ogni dì più. Ove non è forza, non è mezzo di repressione, nè si può togliere il disordine e l'anarchia. E l'anarchia, fatalissima delle disgrazie, precipitò ben tosto sì florida città nell'ultima rovina ".

" I primi ribollimenti, eccitati da un branco di facinorosi, furono a stento repressi dalle supplicazioni degli assennati. Ad evitare un secondo pericolo, si dimandò, si ottenne l'istituzione di una guardia municipale; ma il capitano del castello vietò che fosse armata ".

" Ed intanto continuava lo stogliersi dei tranquilli da una imminente burrasca; cresceva intanto di rincontro il novero dei perturbatori, che non contenuti da forza alcuna, irrompevano nelle sale del Municipio, così che il 23 marzo, sfondata la porta dell'aula principale, assaltavano, presenti i magistrati, e ferivano il capitano del castello. Tutto quel giorno durò la lotta ineguale tra la sfrenata plebe e i leali che tentavano sedarne il dissennato ribollimento. Ma sul cadere di quel giorno istesso, alcune false novelle falsamente gittate nel popolo, fecero sì che la moltitudine soperchiasse; né agli accecati valse il terrore di un primo bombardamento. Sì: fu eletto un Comitato, s'apprestavano armi, si volle difesa, lo confessiamo. Ma chi eleggeva in allora? Chi apprestava? Chi voleva? Se non un branco di sfrenati, che assediando le porte municipali, minacciavano di morte qualunque fosse oso non assentire alle costoro grida? L'armi poi, donde


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