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In quanto al Nugent, avanzavasi col nerbo de'suoi all'assalto di Torrelunga, appo la quale aveva pigliato il caffè Mancabelli; ma bersagliato al destro fianco dai disertori che appostati sui Ronchi lo flagellavano a dirotta, a malo stento procedeva. Più di tre ore durò quel primo conflitto agli Austriaci fatale, perchè obbligati a distendersi lungo la via che diritta conduce alle porte della città, corsa appunto da quelle alture, dovevano assottigliare di fronte ai disertori la tempestata loro destra. Se non che il Leshke, battendo ferocemente dall'alto della rocca la porta interna di Torrelunga, mentre il Nugent con due cannoni tirati sovra un piccolo dorso a Rebuffone ci fulminava dall'opposto lato, aveva chiusi tra due terribili fuochi gl'impavidi cittadini. Le palle di rimbalzo, superando la grande barricata ed i ferrei cancelli di quella porta. venivano a rotolare in sul corso, allegramente raccolte dalla scapigliata ragazzaglia, che ad ogni scoppio del cannone attendevale gridando: la viene.

Intanto i razzi alla congréve cadevano fischiando, ed appiccandosi alle case vi destavano incendi, cui nel bollore della pugna non si badava. Lo squarciarsi d'una bomba strappa di mano ad un artiere il martello, e questi, pigliatosi tranquillo un frammento del projettile e continuando con esso a ripicchiare, m'hanno tolto , sclamava ridendo, il martello di bottega, e, m'hanno dato quello della guerra. Un altro, a cui veniva traforata la coscia, che bel buco! e' diceva, e continuava a combattere, finchè a forza non venisse condotto all'ospitale. E rallentandosi il fuoco dei cannone, volendo i nostri nell'impaziente loro foga tentare una sortita, lo Speri, ch'era a guardia dei cancelli, non permettendo che altri si portasse ad aprirli, nell'andarvi egli solo, trovossi cinto da un polso dei nostri, volati a fargli scudo dei petti loro contro allo mitraglie tutte volte a quel punto fatale.


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