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l'ardimento, replicavansi le notizie di portentoso trionfo dall'armi italiche sui campi novaresi già conseguito, e di esercito nemico respinto e sgominato; e additando la resistente Bergamo, si prometteva imminente l'arrivo di Gabriele Camozzi [1], vittorioso del tedesco presidio. La patria è in pericolo , gridava il Comitato; gli armati accorrino davanti al Teatro per ricevere le destinazioni. Chi non ha armi, le donne, i vecchi, i ragazzi, si adoperino a costruire barricate alle porte della città. Uniamo le forze e difendiamoci, non si tratta che di duemila uomini con due pezzi di artiglieria, quasi tutti italiani. All'armi, all'armi . Ma nè Bergamo nè Camozzi avevano col presidio combattuto.

Non pago a ciò, il Comitato provvedeva perchè la rocca fosse tutta completamente bloccata, si abbarrassero le vie, si chiudessero le porte della città, meno quella di s. Giovanni pei soccorsi che potean giungere di là, e quella di Torrelunga per le uscite dei nostri. In mezzo a tanto sommovimento, con altre bande armate di valligiani, giugnevano in città fucili e munizioni che troppo tardi il Piemonte avea mandato per noi; nè fu piccolo soccorrimento fra tanta penuria. "l'armi, che bellissime erano (qui narra il Correnti), venivano distribuite a festa ed impugnate con animo tanto più volonteroso, in quanto divulgavasi allora per let-

1. In questo mentre ci è giunto un proclama del generale insurrezionale Camozzi, che annuncia che la città di Bergamo ha già ottenuto vittoria ecc. Domani sarà qui in nostro soccorso ecc. Brescia, 26 marzo. Il Comitato ecc.


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