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ponte di Palazzolo ed attestarsi alla forte posizione di Coccaglio e di Rovato. La Valle Camonica sorveglierebbe fino ad ordini novelli gl'importanti suoi passi. Pel 21 di marzo dovesse tutto il Lombardo levarsi all'ultimo conato [1].

Arrogi che propizie volgevano le condizioni degli altri stati. Venezia resistente; fuggito il pontefice da Roma, e la città svincolata dalla teocratica servitù; Toscana tutta in bollimento, francata del proprio duca; ed eran fatti che rinfiammavano alla riscossa e raddoppiavano le speranze.

Ma tanto ardore, ma tanta fede, ma sì concordi apprestamenti, s'erano già fatti nulli da uno di quegli errori non iscusabili mai, quando rimpetto ad una forza brutale che prima infrange sprezzatamente i patti, si giuoca la vita è la libertà d'interi popoli. Dal momento che l'armistizio, non sancito dalla nazione, fu tenuto non più che un fatto militare [2]; dal momento che primo e svergognato, dispogliando la terra lombarda come cosa da rubello, ne rompeva Radetzky gl'inviolabili accordi, come fosse conquista ciò che non era in fine che precaria occupazione condizionata ai patti di un armistizio , ogni obbligo dal nostro canto era cessato, e sugli scrupoli piemontesi doveva omai prevalere il sentimento della nostra dignità; dovea nulla tenersi la convenzione già dai nostri nemici derisa e lacerata.

Chi rompe paga . Le leggi cavalleresche vanno bene, ma cogli uomini d'onore, non verso coloro che calpestano quelle della giustizia e della umanità; non quando si mettono a repentaglio, per una larghezza usata all'inimico, i destini delle nazioni. Nè questo dei generali piemontesi, d'intimargli la

  1. Istruzioni per la insurrezione diramate da Lamarmora (Alessandria 13 marzo, n. 10, Confidenziale), ed altre della Commissione mandate ai Comitati filiali, e pubblicate dal Camozzi nel cit. vol. p. 16.
  2. Atti del Parlamento Subalp. pag. 103, documenti.


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