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necessità, uscissero, non che per diporto, ma neppur per affari; tantochè per tre giorni dal martedì al giovedì, fra la solitudine, il silenzio, le rovine delle quali era sparsa, la città si può dire che somigliasse ad un sepolcro. Un ordine dell'Haynau, pubblicato la mattina del giorno 2, portava che nel termine di ore quattro dovessero tutte l'armi venir consegnate al Municipio e da questo al comando militare, e questo termine, per l'impossibilità di disarmare in sì breve spazio di tempo la città, era stato prolungato al giorno dopo. Ma benché la consegna dell'armi, eseguita nel termine prescritto, non portasse timore di conseguenze, non era possibile effettuarla senza avventurarsi al pericolo, dando nei soldati, di esser preso, come brigante (così chiamavano i sollevati) condotto in castello e fucilato; onde, pochissime per questa cagione venendone consegnate. convenne che il Municipio, mandasse attorno dei carri per tutti i quartieri della città, sui quali dai possessori, secondoché era stato disposto, l'armi dalle finestre, venivano gettate. Con bandi altresì e con persuasioni il Municipio sollecitò i bottegai ad aprire i loro commerci, mostrando come il tenerli chiusi non servisse che ad inasprire i soldati, ed a fornir pretesti a predare. Ma più che le sollecitazioni e i comandi giovò il pensiero d'assoldar sentinelle e di metterle a difesa delle botteghe, ottenendo colla forza militare ciò che altrimenti non si sarebbe potuto ottenere. Con questi e con altri opportuni provvedimenti fu, dopo tre giorni, in qualche modo ricondotta la sicurezza; e la città potè respirare, per quanto consentivano le ricerche, gli arresti, le fucilazioni che succedevano alla giornata, le perdite che si piangevano di figli, o di mariti, o di padri, o di tutte le sostanze, i lagrimevoli accidenti che o saputi si compassionavano, o ignorati tuttodì venivano in luce, i guasti delle bombe e del fuoco, menati dove più dove meno, quasi in ogni quartiere della città, ma in quelli dov'erano stati fatti d'armi, a Sant'Urbano, alla piazza dell'Albero, a Sant'Alessandro, a Torrelunga, dentro e fuori della porta, in lunghe file di case o crollanti o distrutte, non sparsi ma continuati.

Quest'esito ebbe la sollevazione di Brescia nell'anno 1849, nella quale parve che la città ritornasse nei tempi di Fede-


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