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stando che il duumvirato era rappresentante del popolo, e che risoluto a salvare, protraendo la resistenza, la nazione dal disonore e la città dal saccheggio, non avrebbe mai assentito .alla resa quando il popolo non ne fosse persuaso, lasciava l'adunanza. Così trascorreva la notte senza conclusione.

Sorgeva l'alba del primo d'aprile, domenica delle palme. Un bombardar tremendo cominciava dal castello, al quale un martellar di campane, più forte ancora che nei dì precedenti, faceva risposta. Guerra e sterminio annunziavano le squille in questo giorno in cui sogliono esser nunzie di sacra letizia e di pace. A tutti i posti dagli imperiali occupati accorrevano i difensori per discacciarli o impedire che di più non si avanzassero. Dalla parte di Torrelunga tornati alla carica, e innoltratisi un'altra volta fino a Bruttanome, furono un'altra volta respinti fino alle mura. Ma dalla parte del castello, giovati dal sito e dall' artiglieria, discesero al piano della città, ed occuparono Broletto. Così pure al quartiere di Sant'Alessandro ed a quello di San Nazaro venivano sempre acquistando terreno, A porta San Giovanni non era stato fino allora che uno scambio di fucilate, più di forma che di sostanza, degli imperiali di fuori, con perdita inutile di munizioni, dei nostri di dentro. Ma intanto da quella parte il terzo corpo d'esercito s'avanzava a gran passi per la via di Milano e trovavasi colla vanguardia nel borgo San Giovanni. Nello stesso tempo altre truppe s'avvicinavano a mossa sforzata dalla parte di Mantova. Dal nemico in casa, dal nemico di fuori la città era chiamata al'ultimo fato. Cresceano le ruine, gl'incendj, gli spaventi, gli scempi, scemavano le forze languiva il coraggio negli armati, mancava la speranza negli inermi, la guerra detestata, la resa era in tutti i cuori invocata. I duumviri anch'essi cedevano al voto comune, rinunciavano la carica, e rimettevano nel Municipio i loro poteri. Sentivano di non essere autorità troppo propria a trattare col nemico, e sentivano insieme che a ciò ripugnava la loro indole. Erano circa le dieci antimeridiane. Il Municipio, ricevuta la rinuncia dei duumviri, pensò tosto a mandar deputati all'Haynau per la resa della città. Ma l'andata portava pericolo, e non si trovò fra gli adunati chi volesse assumerla. Fu chi propose la persona di un qualche ec


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