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quente delle campane; non lasciavano prender sonno agli abitanti. Alla mezzanotte il Municipio, e con esso uno dei duumviri, e parecchi cittadini, si adunavano a consulta.

Pendevano ali animi fra contrari pareri, benché i più sembrassero inclinati alla resa. Ma si opponeva il duumviro protestando che mai non avrebbe il duumvirato macchiato l'onor nazionale, illustrato col sangue di tanti valorosi col cadere alla vigilia dell'abbandono della città che i nemici doveano fare in virtù del secondo armistizio; rappresentava che a piccola parte della città si riduceva la loro occupazione, che l'acquisto era molto minore del sangue, che era loro costato: che non era tale da dover avvilire coloro che lo aveano con tanta costanza difeso, contrastato; che dovendo l'ostinata difesa aver maggiormente inferocito l'Haynau, rimettergli in mano la città sarebbe stato un'esporla ad un danno maggiore di qualunque resistenza. Il punto sul quale insistevano principalmente coloro che opinavano per la resa era difetto di munizioni, che infatti avea cominciato a manifestarsi fino dal giorno 30. Aveano i duumviri, appena venutine in cognizione, dato ordine fra gli armati che al possibile risparmiassero e non le gettassero come alcuni facevano con colpi al vento inutilmente, e com'altri col vendere i cartocci facevano vergognosamente; avevano oltre il sequestrare tutta la polvere che si trovava presso i privati, predisposto due fabbriche che doveano esser poste in atto col 1º aprile; aveano per mancanza di capsoli adottato i fucili venuti dal Piemonte, presi concerti perché in breve alla fabbricazione di nuovi capsoli si rimediasse, diecimila cartocci aveano mandati a prendere ad Iseo, che giunti già in vicinanza della città attendevano il momento di poter essere introdotti senza pericolo; altri ne facevano fare con diversi pesi di polvere che rimanevano, attendevano altresì di momento in momento l'arrivo da Bergamo della banda del Camozzi, dalla quale speravano che nuove armi e munizioni avrebbe seco portato. Ma il duumviro richiesto d'informazione pei mezzi di continuare la difesa, rispondeva rappresentando esser cosa imprudente il manifestare fra numerosa adunanza segreti che, conosciuti dal nemico, potrebbero esser perniciosi alla città, e che perciò si tenea dispensato dal darne conto. E prote-


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