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ed a forza occupasse le bocche delle vie che conducono al centro della città. Furono i Croati scendendo (di queste feroci milizie era composto quel battaglione) ricevuti con tale e sì fitta tempesta di fucilate dalle sbarre, dalle finestre, e dai tetti delle case, che tosto dovettero dare addietro. Ma ritirati che si furono a mezza costa, ordinati in ischiera e giovati della posizione, cominciarono anch'essi di là a fare un fuoco di fila ben. nutrito e continuo, micidiale ai difensori. Allora i nostri, per toglier loro il vantaggio del sito, si consigliarono di lasciarli calare, tantochè s'inoltrassero fino alla piazzetta dell'Albera,. ove disegnavano di combatterli come in un chiuso steccato. Con questo pensiero, a poco a poco ritirandosi abbandonarono prima la trincea più avanzata posta alla prima svolta della china del castello, poi, dopo una breve mostra di difesa, quella che custodiva la svolta di Sant'Urbano, poi, quella più sotto, alla via delle Consolazioni. Allora gl'imperiali, ripresero coraggio, tornarono alla carica, e abbandonata la costa, calarono a Sant'Urbano, procedettero alle Consolazioni, e saltando trincee, sgombrando impedimenti, vociferando ed urtando, precipitarono alla piazza dell'Albera. Colà i Bresciani li attendevano alla posta. Dalle finestre, dai tetti, dalle sbarre che impedivano il varco all'interno della città, i primi che sboccarono sulla piazza, da una furia di fucilate furono talmente trattati, che ben pochi per miracolo ne camparono. Così fu dei secondi, così dei terzi a mano a mano che si presentavano. Ma non per questo coloro che succedevano, potevano dare addietro, trattenuti e sospinti dagli altri che continuavano serrati giù per quella stretta; tantochè, disperati d'ogni altro scampo, fatta una testa come meglio poterono, s'avventarono risolutamente contro le trinccee, per vedere se potevano a qualche modo sforzare il passo. Ma un fuoco a petto d'uomo li ricevette, e trattò, sì orrendamente, che non ardirono far la prova la seconda volta. Stava l'Haynau sulla spianata dei castello, con messi, con voci, con cenni eccitandoli a farsi innanzi; e mentre li vedeva cader morti appiè delle trincee, narrasi che dicesse maravigliato. Con trentamila di questi indemoniati Bresciani, mi crederei di poter vedere Parigi. Intanto mandava riserve a rinfrescar la battaglia, e comandava al colonnello Milez che, si


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