pag. 437

soldati si trovavano sparsi per la città, un aggrapparli, sbatacchiarli, arrestarli, un avventarsi alle insegne e agli stemmi imperiali, scalzandoli da muri e da imposte, spaccandoli, fra le grida di viva il Piemonte, fuori I Tedeschi, e cose simili. In questo mezzo arrivavano alcuni capi fuorusciti Bresciani, venuti dal Piemonte, recando mirabili notizie del campo, e cantando vittorie: avere Chzarnowsky sorpreso gli Austriaci .alla Cava, e fattone scempio, essere i Piemontesi già entrati in Lombardia per Magenta, e marciare sopra Milano: uno stormo, un esercito di sollevati e di corpi franchi avanzarsi, condotto dal Camozzi, e trovarsi sotto Bergamo: settemila fucili venire dal Piemonte, e due mila avviarsi verso Brescia; si aggiungeva il ridicolo bollettino anonimo, senza data, firmato Chzarnowsky. Queste cose si davano a credere, mentre succedeva la rotta di Novara, che appunto in questo dì 23 succedeva: ma intanto si credevano, e la faccenda proseguiva il suo corso a quel termine a cui era incamminata. Aveva il comandante di piazza, mentre trovavasi al Municipio in mano del popolo, dovuto spiccare un'ordine di suo pugno agli spedali militari, che dovessero rimettere ai cittadini i fucili che vi si trovavano, onde servissero all'uso della Guardia nazionale, .che s'intendeva d'istituire. Ora preso animo dai corsi successi, e infervorata dalle udite notizie, la turba del popolo si portava allo spedale di Sant'Eufemia, e si presentava con quell'ordine. Ma il corpo di guardia, che qualche ora prima era stato rinforzato d'alquanti bersaglieri, serrava la porta, faceva fuoco dalle finestre, ammazzava uno del popolo, ed un altro feriva gravemente. Nasceva uno scambio d'archibugiate, che durò qualche tempo; finché, fattasi sera, i rinchiusi fecero una sortita, e conducendo con sé i convalescenti che poterono seguirli, passavano in castello. Giungeva la notte, e non prometteva nulla di lieto: già durante la giornata il capitano Leshke, comandante del castello, mandato e rimandato inutilmente in città a domandare la restituzione dei prigionieri e ad intimar il ritorno all'obbedienza, aveva fatto lanciare alcune bombe, che non fecero danno notabile. Ma quando si fu presso a mezza notte tutto a un tratto un tremendo bombardar dal castello svegliava dal sonno la città. Con qual terrore de' pacifici abi-


Inizio - Start
www.brescialeonessa.it
Inizio - Start
www.brescialeonessa.it