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Era la mattina del 23, quando il comandante del castello, trovandosi in necessità di danaro per la sussistenza della sua truppa, mandava chiedendo al Municipio la somma di F. 130.000, che era parte della taglia posta da Haynau alla città; della, quale ho di sopra parlato. Una metà di questa taglia era già stata pagata in cartelle del Monte dal Municipio; dell'altra metà, che doveva essere pagata nel giorno 20, non erasi fino, al giorno 23 potuto incassare se non la detta somma, che il comandante domandava. Essendosi il giorno innanzi per dei perturbatori espressi certi anonimi cartelli a penna, che invitavano i cittadini a trovarsi la mattina seguente sul mezzogiorno in piazza vecchia, una marmaglia di popolo non mancava alla chiamata; e avuto lingua di che cosa si stasse nel Municipio trattando, affollavasi sotto il portico della loggia,. vociferando, e chiedendo non solo che danari non si contassero, ma che viveri al castello più non si mandassero. In questo mezzo giungevano il comandante di piazza ed il commissario, de'viveri, ed entravano al Municipio per riscuotere la somma. Allora la turba, lanciandosi dietro loro prorompea nella sala strepitando e serrandosi loro addosso, e minacciava di farli mal capitare se alcuni del Municipio non si fossero frapposti, e se un Maraffio, caporione de' beccai, di ciò pregato, non fosse accorso a cavargli dalle male peste e a rispondere delle loro vite sulla sua testa. Li prese il Maraffio sotto il braccio, e passando franco e imperioso per mezzo alla calca, li trasse seco in sicuro fuori di città, conducendoli ai ronchi, ove li consegnò come prigionieri, in guardia al Boifava. Mentre accadevano queste cose al Municipio, nella vicina contrada degli orefici s'abbattevano a passare certi carri di legne e di vivere, scortati da una drappello di soldati e avviati al castello. Avvertitane la folla corse tosto a quella volta, ed avventarsi a quei carri, rovesciare quelle legne, volarsene contro quei soldati, disarmarli, ferirli, arrestarli, disperderli, fu affare d'un attimo. Sopraggiungevano alcuni gendarmi, i quali fatto fuoco sul popolo, alcuni ferivano ed uno ammazzavano; ma poi, soprafatti dal popolo e presi a colpi di bastoni e di schegge, fuggivano, a precipizio a Sant'Urbano, dov'era la caserma. Sorgeva allora una scorribanda per tutte le strade, una caccia di quanti


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