26 (marzo)

Oggi si sparge la voce che il G. Nugent marcia sopra Brescia con un forte corpo di truppe. In men che nol diciamo si dispose ogni cosa per ben ricevere e sostenere l'urto nemico. Il tamburo batteva a raccolta, le campane suonavano a martello, l'allarme era generale. La porta di Torrelunga e le vie che ad essa conducono, come per incanto, furono barricate. Sullo spalto si scavarono fosse, si innalzarono fortini ed altre opere di difesa. Intanto gli armati che stavano sui ronchi, rafforzati da altri agguerriti cittadini che erano accorsi in aiuto del Boifava, fiancheggiavano dai colli la via che da S. Eufemia mette a Torrelunga. Un picchetto avanzato di austriaci, che si inoltrò sino a Rebuffone, fu da essi posto in fuga e respinto a S. Eufemia ove erasi barricato il corpo nemico. Colà ebbe luogo una scaramuccia. Fu spedita una deputazione al G. Nugent, comandante di quelle truppe, per sapere con quali intenzioni accostavasi alla città. Rispose: volere egli occupar Brescia senza alcuna riserva; si disarmasse il popolo; si consegnassero le armi e i danari esistenti nelle pubbliche casse; si sgomberassero le vie dalle barricate; se ne rimettessero i ciottoli; entrato in città avrebbe fatto conoscere le ulteriori sue determinazioni.

A questa bravata soggiunsero i nostri: che la città si sarebbe sepolta sotto le proprie rovine piuttosto che arrendersi vilmente: che il sangue versato e la distruzione di Brescia sarebbero ricaduti sul capo del Generale in una colle conseguenze della disperazione dei cittadini pronti tutti piuttosto a morire che a cedere.

Questa risoluta risposta colpì il generale che si fortificò maggiormente a S. Eufemia e chiese nuovi soccorsi. Il resto della giornata si passò dalla città in preparativi di difesa e in continua vigilanza per cansare qualunque sorpresa. Il comitato di pub. difesa emanò alcune avvertenze pel mantenimento dell'ordine, per la cura degli ammalati austriaci, pel rispetto alla proprietà. Molti probi cittadini si prestarono con zelo, massime al soccorso dei poveri, servendosi dell'opera dei parrochi per la distribuzione dei viveri. A cansare i furti e lo spionaggio si vegliarono le persone sospette.


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