24 (marzo)

Il 24 ' fu chiamato a f ar le veci di Saleri il Sangervasio. Il popolo di buon mattino condusse al Municipio il capo medico militare e diversi altri medici arrestati, nonché due ufficiali ed una quarantina di soldati convalescenti fuggiti dagli spedali. Alle otto il Castello scagliava proietti ai campanili di S. Faustino, di S. Giuseppe e su tutti gli altri che allegramente suonavano a stormo; sperando per tal modo di far cessare l'ingrato concento. Ma di due soli e lieve fu il danno. Tuttavolta il Municipio inviò in Castello una deputazione alla cui testa era un medico militare onde ammonire quel comandante, che s'egli avesse continuato il fuoco, la propria autorità non sarebbe bastata a rispondere della vita degli ammalati, e dei prigioinieri, atteso l'inasprimento della popolazione.

Il castellano cessando allora di trarre invitò il rappresentante del Municipio a recarsi da lui per trattare di una convenzione; ma temendosi che fosse un agguato per tirare il dirigente in Castello, si propose un abboccamento da tenersi a mezza via del forte tra il comandante e il Municipio. Insistendo per altro il Tedesco nel suo progetto, il popolo tumultuando impedì che nessun cittadino si recasse in Castello, per darsi in mano al nemico e si dichiarò pronto a combattere sino agli estremi. L'ultima risposta del castellano fu che si cessasse immediatamente dal suono delle campane, sotto minaccia di riprendere il bombardamento al primo tocco di quelle; che il Municipio fosse mallevadore della vita dei prigionieri e degli ammalati, coll'obbligo di spedire un giornaliero rapporto del loro stato; che per tal modo vi sarebbe sospensione di ostilità.

Allora il Municipio si occupò della formazione di un Comitato di difesa e si nominarono a questo ufficio il prof. Contratti e l'attuaro Cassola. Il Comitato radunavasi in una delle sale del teatro.


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