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Regno, e promettendosi miracoli dell'esercito piemontese, avevano mosso quella pratica esiziale. Ma invece, ricordandosi che le speranze erano state comuni, e abborrendo da volgere secondo il capriccio della fortuna in colpa e in biasimo quello che prima a tutti pareva merito e lode, non pensarono pure un momento a gridar traditori quelli che l'Austriaco cercava a morte. Anzi, tutti d'accordo, e principalmente i beccaj e gli operaj minuti, avendo più in sugli occhi le ruine delle loro case e le morti dei loro compagni, s'adoperarono colle mani e co' piedi, e si misero in rischio di vita, per trar fuori dalle porte e calar dalle mura i più noti autori della sommossa, quelli stessi che i sobillatori e le spie dell'Austria con arte vecchia, che pur troppo trova spesso nuovo terreno, accusavano al popolo come macchinatori di sì gravi sciagure. Tanto che l'Haynau e l'Appel, per vigili che stessero, non ebbero in mano altro che uomini i quali non avevano preso parte alcuna a preparare o a dirigere i fatti. Il che però non tolse ai due Tenenti Marescialli d'incrudelire e allora e poi; come mostrò l'infame processo del luglio, pel quale dodici popolani, quando già tutta Italia era prostrata, e quattro mesi erano corsi sul primo furore delle vendette, furono sentenziati a


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