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darono più oltre, contenuti dall'intrepidezza del Camozzi che subito al primo suono delle fucilate v'accorse co' suoi più fidi; sicchè gli Austriaci misero giù il pensiero di forzar quella notte il posto. Ma il Camozzi, prima che fosse di chiaro, avuto avviso che gl'lmperiali da ogni parte accorrevano per circuirlo, condusse con molta diligenza la sua gente verso lseo, dove poi il giorno 3 aprile, venendogli confermato da tutti il nefasto armistizio di Novara, con forti promesse e con molte lagrime de' volontarii e del popolo, accomiatò e disciolse le sue bande. E fu in quel giorno, ed in quel luogo che sventolò per l'ultima volta in Lombardia la bandiera tricolore.

Oramai non ci rimane a narrare che il martirio di Brescia; e saremo brevi come ce lo domanda il dolore ed il pudore delle ingiurie invendicate. Il mattino del lunedì, 2 aprile, illuminando le opere della notte e destando alle usate cupidigie la soldataglia, crebbe orrore allo spettacolo della violata città, e terrore negli abitanti. Quei pochi che s'attentarono ad uscir dal chiuso, benchè inermi e in atto di supplichevoli venivano minacciati, percossi, rubati; alcuni che recando il fucile disarmato ed arrovesciato verso terra s'avviavano al Municipio per liberarsene (poichè i saccomanni mettevano al


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