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tentare in quella notte stessa un'estrema prova se mai colla pietà e coll'orrore po tesse vincere gli animi, che la paura e la morte non avevano saputo piegare. Già a molte case suburbane ed a molte ville de' Ronchi era stato appiccato il fuoco: tantochè sull'imbrunire vedevasi la nobile città incoronata d'incendii. Ora, quando le tenebre posero fine agli assalti, fu comandato e insegnato ai soldati di forare i muri delle case, e penetrare nell'interno abbruciando e devastando: nuovo ed orribile modo di guerra. A quest'uopo venivano per ogni pelottone alcuni gregarii recando acqua ragia, pece, paglia, ed altri ingegni da appiccare e propagare rapidamente le fiamme: e gli uffiziali facevansi maestri di questa perdizione. Ruppero gl'incendii spaventevoli principalmente nelle case di S. Urbano e nei vicoli popolatissimi che stanno presso a porta S. Alessandro: e presto giganteggiarono le vampe, spandendo largamente sotto il cupo orizzonte d'una notte nubilosa un orrendo chiarore, che fu visto per quasi tutta la Lombardia.

I cittadini vegliarono in armi quell'ultima notte della libertà lombarda: e combattendo il fuoco ed i nemici, con maravigliosa gara di pietà soccorrevano i feriti, raccoglievano ed ospitavano le famiglie fuggenti


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