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di contrade nulla potessero le artiglierie e poco la disciplina, racimolati quanti erano o per ufficio, o per ultima riserva, o per mal ferma salute rimasti in castello e fattone un battaglione di mezzo migliajo di fanti d'ogni arma, loro commise di lanciarsi a corsa sui bastioni orientali, e di non fermarsi finchè non fossero riusciti alla torre che sta ai fianchi e quasi in sul collo della porta Torrelunga, ove già ferveva da due ore la mischia tra le compagnie dello Speri e la brigata Nugent, condotta quel dì all'assalto dal colonnello Favancourt, che poi vi rimase morto. Corrono da quel lato le mura della città scoperte ai fuochi del castello: e perciò poca difesa poterono fare gli scarsi drappelli di cittadini, ch'erano rimasti a guardare quel passo; perchè all'assalto dei fanti s'aggiunse una tempesta sì fatta di mitraglia e di granate, che di subito spazzò la via, non difesa certo come avrebbe voluto l'importanza della mossa nemica. Quando lo Speri vide gli Imperiali in sulle mura sovrastanti alla barricata di porta Torrelunga, ordinò a' suoi che, senza far altro contrasto, riparassero dietro le barricate più interne, le quali già erano state fra loro legate con tale avvedimento, da formar nuova linea difendibile, se mai i nemici fossero riusciti a prendere le porte


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