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avrebbero, dovuto essere avvalorate con un cenno sulle condizioni generali della guerra, erano invece ironicamente sancite con una cotal frase cavalleresca, come se fossero promesse onorevoli, e da darne in pegno la fede: perchè quel cartello provocatore, che con altro nome non lo vogliamo chiamare, finiva dicendo: Bresciani! voi mi conoscete, io mantengo la mia parola! Ironia da giudicarsi codarda in chi sapeva d'essere tanto più forte, e assassina in chi così voleva, rinnovando ai miseri Bresciani la memoria e la vergona di strazii e d'insulti invendicati e aizzando le passioni popolari, levar loro perfino la miserabile libertà d'umiliarsi e di cedere al destino.

Benchè al disonesto scherno ribollissero i magnanimi sdegni, non si pigliò però alcun partito che non fosse prudente: potendo nei consiglieri e nei capi del Municipio e del Comitato più la carità della patria, che l'ira. Fermarono pertanto di mandar commissarii in castello, che coi loro occhi vedessero l'Haynau, e gli esponessero le cagioni per cui Brescia era sorta e voleva mantenersi in armi. Non si fidando alcuno del Tenente Maresciallo, non furono i messi designati per sorte o per elezione, ma come a sacrificio di vita si proffersero alla pericolosa andata Lodovico Borghetti e Pietro


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