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Tutte queste cose, che ora sembrano quasi poetiche, si potevano allora compiere agevolmente, e si sarebbero senza alcun dubbio compiute, non diremo se Radetzkv fosse stato vinto a Novara, ma soltanto se l'esercito sardo avesse fatto testa per quindici giorni al nemico. Ma di ciò non accade ora far altre parole. Solo ne dicemmo quel tanto che basti a far comprendere perchè niun'altra piazza d'arme si potesse scegliere alla insurrezione lombarda, se non la città di Brescia, come quella che, custodita dalle estreme falde montane e signora delle valli armigere, che fanno strada dall'una parte al Tirolo italiano e dall'altra a quel vasto labirinto prealpino dove vive la più vigorosa razza d'Italia, è nel tempo stesso postata quasi verso il mezzo della pianura a vigilare i passi dell'alto Mincio. Erasi dunque fermato il disegno di concentrare in Brescia tutte le forze mobili dell'insurrezione lombarda, parendo che da quel punto e più valida potesse riuscir la difesa, e più sicura l'offesa, e in caso estremo più agevole il ritirarsi pei monti a salvamento.

Sapevano assai bene i congiurati di Brescia che la loro città era il punto sul quale s'incardinava il vasto disegno dell'insurrezione lombarda; onde il fervore grandissimo con che macchinavano estremi consigli,


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