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quante centinaia di loro, e per assalto non avrebbero presa Brescia se altre forze più imponenti non fossero accorse.

Però Haynau aveva chiamato il suo terzo corpo d'armata, e questi per Chiari si avanzava già sopra Brescia. Erano più di dodici migliaia d'uomini ed avevan seco molti cannoni. La notizia del loro appressarsi si sparse, non si sa come, in Brescia nella notte del 31; a tal nuova parecchi cittadini fra i più timorosi adunarono il Municipio e vi proposero una capitolazione. I combattenti fremevano di sdegno, il Comitato di difesa protestò energicamente, e cresciutasi la dissidenza, la mattina del 1.° aprile diede la sua dimissione.

Allora il Municipio spedì al generale Haynau altra Commissione, composta di due frati di San Gaetano e di un cittadino, che trattassero la capitolazione. Il generale rispose in iscritto, che, all'oggetto di risparmiare atrocità, concedeva salve le vite e la proprietà dei pacifici cittadini, e prometteva sicurezza al Municipio ed al Comitato; li pregava di interporsi presso i cittadini onde cessassero dalle ostilità. Voleva in ricambio che si sgombrassero le strade dalle barricate, e gli si consegnassero le porte e si preparassero gli alloggi per le truppe; minacciava di fucilare chiunque fosse trovato colle armi lungo le strade, e di demolire le case dalle quali fosse partito un sol colpo di fucile. Chiedeva infine sei ostaggi. Il Municipio ripetè che accettava le condizioni proposte; solo dimandava che in luogo de' sei ostaggi volesse accontentarsi della restituzione dei graduati, ed aggiungeva che il Municipio avrebbe fatto quanto era in lui perchè cessasse il fuoco e si disfacessero le barricate, ma non assicurava che si sarebbero deposte le armi da tutti, poichè i combattenti non dipendevano tutti da


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