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mento fu ringagliardito dall'arrivo di varie bande armate scese dalle valli, ed ancor più dal comparire del primo carico delle armi e delle munizioni inviate dal Ministero di Torino; carico affidato al signor Gabriele Camozzi insieme ad altre armi destinate per Bergamo, e da lui fatto pervenire colla sollecitudine compatibile colla lentezza di quei pesanti convogli.

Non è a dire quanto Brescia esultasse alla vista delle nuove armi. Esse forono tosto distribuite fra i cittadini, che gareggiavano a chi prima ne potesse ottenere; coloro che ne chiesero in tempo prorompevano in atti di gioia, ed in atti di rammarico i moltissimi che giunsero troppo tardi. E così avvenne pei successivi carichi arrivati il 28 ed il 29.

Inanto il generale Nugent aveva mandato per nuovi sussidi, che si univano a lui la mattina del 27, tanto che in quel momento la sua truppa era forte di 4,000 soldati e di 5 pezzi di cannone. Stava la maggior parte presso al borgo di Sant'Eufemia e in atto d'avanzarsi. Allora il comandante del castello, avendo scorti i rinforzi del Nugent, violò i suoi patti; e tutti i suoi cannoni, per ben quattro ore, dalle due alle sei pomeridiane vomitarono bombe e proiettili d'ogni sorta sulla città. Parecchie bombe furono dirette con insistenza sull'ospedale civile, ciò che mosse il Comitato di difesa ad intimare tosto al comandante, che ad ogni nuova bomba caduta nell'ospedale civile si sarebbero uccisi dieci degli infermi militari. I proiettili presero allora un'altra direzione, ma caddero moltiplici, continui nei luoghi più abitati, sicchè non si possono accertare nè i colpi nè i guasti sofferti. È vero che dal Municipio fu eletta una Commissione che rilevasse i danni, i quali per decreto dello stesso Municipio doveano esser risar-


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