N. 3 - Anno I°
1849. Marzo. 30


IL COMITATO INSURREZIONALE

BRESCIA

I.
MOVIMENTO D'INSURREZIONE
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Marzo. 27

1. Le ore sono due pomeridiane - piove a diluvio - Il nemico si presenta alla porta di Torrelunga - I Bresciani, imperterriti, dalle barricate lo salutano con una generosa scarica di armi - Si impegna un vivo fuoco tra noi e l'Austriaco -

2. Frattanto il comandante del castello tuona dalla rocca su Brescia - Tutte le campane suonano a stormo -
Il combattere, il cannoneggiare e lo suonare a stormo durarono sin oltre le ore quattro.

3. Brescia vinse - il nemico si ritirò acquartierandosi di nuovo a S. Eufemia, ed il Bombardatore cessò di suonare la musica dei cannoni.

4. I cittadini, tra le bombe del barbaro dal castello e il fuoco del nemico di fronte stettero costantemente fermi ai loro posti, e mostrarono d'aver un coraggio sovrumano.

5. tre italiani armati di Stutzen ebbero il coraggio d'inoltrarsi sulla cinta del castello, dalla parte così detta Pusterla, e di scambiare colle sentinelle del forte molti colpi - Vuolsi che più di una di quelle sentinelle venisse dai nostri ferita o morta.

6. V'ebbero degli ardimentosi che sotto la tempesta delle bombe percorrevano furibondi le vie di Brescia, incoraggiando la popolazione, ed incitandola a fortificare d'ogni maniera le proprie case; e perché, nella assurda ipotesi di entrata del nemico, spingendo dalle finestre ciotoli, tegole, materie incendiarie, oglio bollente, cenere mattoni, mobili; venga così il nemico costretto a ritirarsi immediatamente da tanta ruina e certa morte -
Ma il popolo bresciano non aveva bisogno di essere incoraggiato né incitato a premunirsi d'ogni mezzo di offesa e di difesa, giacchè non è camera che non sia provveduta del bisognevole, poiché nel frattempo stesso del bombardamento, questo popolo osò affollarsi nelle vie, e straordinariamente ilare, alzava ad ogni scoppiare di bomba animatissimi evviva all'Italia!

7. Ecco un lampo - la bomba cade, scoppia e ruina la Cattedrale -
Una racchetta striscia nel cielo - una casa è incendiata
Un altro lampo, ed un altro ancora, e diverse case sono terribilmente colpite,- Il teatro ed un caffè prossimo alla primitiva sede del Comitato furono specialmente presi di mira, perché il castellano credeva che in quei luoghi si trovassero rifugiati i Bresciani, quei Bresciani che alle barricate e sulle pubbliche vie irridevano alle bombarde ed al Bombardatore -
E uno, e due e tre e quattro scoppj terribili di grosse bombarde cadute nell'ospitale civile (oh infamia senza esempio!) ne scompigliarono i poveri ammalati, che rimasero però illesi! -
Cinquecento e più tra palle da cannone e bombarde furono dal nemico spinte in città; ma, eccetto i danni alle case, non offesero persona alcuna.

8. Cessato il bombardamento, il Comitato scrisse al comandante del castello che alla prima bombarda che scoppierà in città, il popolo furente minaccia di trucidare i 748 ammalati tedeschi che sono in loro potere - minaccia che il Comitato disapprova altamente; ma che, dato il caso, sarà impossibile evitarne gli effetti disastrosi.

9. Il comandante aveva pure chiesto di capitolare e sortire dal castello cogli onori delle armi! - Vi si rispose che conveniva ad un popolo dignitoso e così barbaramente assalito: O senz'armi, o senz'anima.

10. È sera - Gli eroi di Torrelunga, sostenuti da forte riserva armata, che si fermò alle barricate, fanno una coraggiosa sortita - Un vivissimo fuoco scambiato dall'una e dall'altra parte illumina le tenebre della notte - Il nemico è inseguito, e si ritira stupefatto fino a S.Eufemia - I nostri retrocedono e tornano in città - Così ebbe fine una giornata che formerà mai sempre la meraviglia de' più lonatni posteri - una giornata, a descrivere la quale ci vorrebbe la penna di Dante, e non questa nostra, che non trova espressioni adatte per render al vero colore energia, attitudine eroica - una giornata piena di vita nuova, di compiacenza, di trepidanza, di gioja, memorabile, senza esempio nella storia.

11. Una ricca illuminazione rischiara le vie di Brescia - Le porte sono guardate - le sentinelle lungo i baluardi e in altre posizioni formano una catena intorno alla cità, e tengono coi frequentissimi all'erta avvertito il nemico che non si dorme.

12. La gioia anima Brescia - le canzoni popolari italiane cantate in coro da diversi gruppi qua e là sparsi per le contrade, diffondono per la città una allegria commovente, indefinibile.
13. Ordine e quiete regnano fra i cittadini - La città veglia - molte armi sono distribuite - le barricate si moltiplicano, e sono costrutte in modo per il quale giovano a noi e nuocono al nemico quando per forze superiori noi fossimo costretti di abbandonare la prima barricata al Tedesco per difenderci dietro le susseguenti.
Brescia è agguerrita - è un forte inaccessibile.

14. Bresciani! alle barricate! alle barricate! Lo scopo nostro è di impedire che il corpo che accorre in sussidio a quello che è in castello raggiunga il suo intento -
Bresciani! alle barricate! alle barricate! la nostra forza armata, la nostra attitudine, i nostri sforzi sono imponenti; imponenti sì, che il nemico per quanto grosso d'uomini e di mezzi deve rompere e sperdere quegli uomini e quei mezzi contro lo scoglio di una popolazione insorta, armata, eroica -
Bresciani! alle barricate! alle barricate! da qui noi disturbiamo il nemico, ed il nemico non può disturbare noi! - Si guadagna il tempo, e il presidio austriaco deve per necessità arrendersi, perché fra non molto tempo si troverà mancante di munizione da bocca, come ora manca di quella da guerra.

Marzo. 28.


Il cielo è serenissimo - Il sole indora le ridenti colline della bresciana - La gioia, la festa è sulla faccia di tutti - gran folla - Il numero degli armati è considerevole - Fortissime pattuglie occupano con ordine i posti di sorveglianza.

Si suona a stormo - si batte il tamburo a chiamata - si corre alle barricate -
Le donne, i fanciulli, i vecchi sono determinati ad ogni resistenza - Ma il nemico non si fece vedere - La voce della bombarda assassina tacque - e ciò tutto contro l'aspettazione universale.

Ma gli eroi bresciani vogliono battersi - essi fanno una sortita, ed osano inoltrarsi fino a S.Eufemia, ed affrontare il nemico - Il nemico fa suonare egli stesso in S.Eufemia campana a martello per indurre in inganno i nostri, e sorprenderli - Ma i nostri fanno essi pure suonare a stormo in S.Polo - Una accanita zuffa è impegnata - zuffa gloriosa, ma che costò il sangue di due nostri eroi - il nemico ebbe molti morti e feriti - Una forte compagnia entrava in Torrelunga trionfante, recando sulle punte delle bajonette i trofei del coraggio bresciano: la spada, la cintura e la divisa di un capitano stato ucciso in quella lotta.

Bresciani! il nostro sangue è prezioso! quindi freniamoci nei nostri slanci d'eroismo; e dopo due prove date al nemico della nostra forza e fierezza, attendiamo alle barricate il tedesco, e da qui respingiamolo con tutta la nostra possa, tenendolo sempre staccato dai castellani.

Bresciani! possiamo ormai essere sicuri e tranquilli! troppo grande è la nostra forza or che scriviamo perché si debba temere - E ogni giorno arrivano fucili.

La città è illuminata a giorno - la notte passò tranquilla, e solo ne disturbava di tratto in tratto la quiete gli allarmi che in simili circostanze sono consueti e necessari. Vennero fatti diversi arresti contro persone sospette di spionaggio - ed anche se ne sta processando alcuna - È necessario un esempio - il nemico va isolato.

II.
NOTIZIE DAL CAMPO

Circolano in Brescia straordinarie notizie rapporto alla piena disfatta dell'esercito austriaco. delle gloriose vittorie di Chrzarnowski, non che spettanti ad un novello tradimento scoperto, che veniva diabolicamente ordito dalla Casa di Savoja contro l'indipendenza d'Italia in pieno accordo con Radetzky -
Parlasi di una capitolazione dettata a Radetzky da Chrzarnowski: sgombro pieno dall'Italia, resa dei forti, minaccia di sacrificare gli ostaggi imperiali che sono in nostro potere ed a Torino, quando nel ritirarsi osassero molestare in ben che minima parte i paesi attraversati ai quali dovranno passare -
Dicesi anche che nelle camere di Torino sia stato decretato, decaduta dal trono e per sempre, la Casa di Savoia, e sia stato creato dittatore del Piemonte Chrzarnowski -
Chrzarnowski condannò a morte diversi generali, e punì col carcere molti ufficiali, purgando così l'esercito italiano, ci cui egli è il valoroso condottiero.
Tali notizie sono desunte da lettere e dispacci, e da altri documenti intercetti, e senza eccezione.
A tempo debito si pubblicheranno i dettagli e gli atti relativi.

III.
ATTI UFFICIALI
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IL COMITATO DI PUBBLICA DIFESA
Mentre l'entusiasmo patriottico predomina la mente ed il cuore di questa generosa popolazione pur troppo alcuni vermi malnati calpestando ogni dovere sociale osano in questi momenti sacri alla patria commettere il più abominevole fra i delitti, quello cioè di violenza alle persone allo scopo di impadronirsi delle sostanze. Se pertanto da una parte il Comitato di difesa va superbo di trovarsi in circostanze da prestarsi alla salvezza di sì Eroica Popolazione, conosce dall'altra gli obblighi che si trovano inerenti al suo difficile incarico, e perciò mentre fa plauso alla massa dei Cittadini che fanno onore alla loro patria con azioni generose, ha determinato di adottare le misure più rigorose contro questi esseri indegni del nome bresciano.

si decreta quindi

Tutti quelli che verranno colti in fragrante delitto di rapina verranno assoggettati ad una Commissione di Giudizio Statario e condannati alla pena di morte da eseguirsi colla fucilazione.
Allo stesso giudizio e alla stessa pena verranno assoggettati anche coloro a carico dei quali sarà provato lo spionaggio a favore del nemico.
Tale Commissione di Giudizio Statario viene composta dai seguenti Cittadini:
Contratti Luigi, Cassola Carlo, Prestini G.B.
I buoni Cittadini faranno eco senza dubbio a questa misura straordinaria di giustizia e la loro approvazione basta ai sottoscritti.
Brescia, 27 Marzo 1849
Cassola - Contratti.

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Cittadini!
Il vostro nome alla posterità è assicurato. Voi vi difendeste da leoni. Il nemico trovasi nell'avvilimento perché gli imponenti mezzi di guerra coi quali credeva atterrirvi non hanno fatta che accrescere il vostro entusiasmo. Ormai ha consumati tutti i suoi mezzi guerreschi, e quindi non dovete far altro che dar compimento alla vittoria nello stesso modo che l'avete cominciata. Italia tutta farà plauso a tanta prodezza.
Unione, costanza, ordine.
Brescia, 27 Marzo 1849, ore 6 pom.
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Al popolo Bresciano.
Il 27 Marzo di Brescia sarà trasmesso ai posteri del pari coi più gloriosi giorni che rifulsero a Milano e Palermo durante la lotta per l'indipendenza Italiana.
Nel precedente giorno 26 un'armata nemica presentavasi nelle vicinanze della Città. Alla commissione dei tre distinti Cittadini speditagli incontro a S.Eufemia per conoscere quali fossero le sue intenzioni, imperiosamente rispondeva che gli si dovevano aprire le porte e consegnare i prigionieri di guerra.
Il Comitato di difesa allora, dopo aver consultato il voto del popolo, rescriveva quanto segue.
Al Comandante le armate austriache nelle vicinanze di Brescia.
<< Abbiamo comunicato ai Cittadini la vostra risposta, ed il Popolo in massa ha respinto con indignazione le vostre proposte, proclamando che si deve vincere o morire, e che la Città è pronta a resistere finchè sia ridotta in cenere>>.
<< Nulla noi aggiungiamo alla potente voce del Popolo e ci siamo perciò determinati di sostenere con tutti i mezzi che abbiamo in nostro potere qualunque assalto>>.
<< Signore! Non confidate troppo nelle vostre forze, perché la massa popolare di una città agguerrita non si vince che con un imponente esercito. Pensate che le vostre truppe saranno massacrate sotto le mura di questa Città, e quindi: quale responsabilità attirerete sul vostro capo con u progetto disperato?
<< Pensate inoltre che al principiare delle ostilità contro Brescia tutti i prigionieri e gli ammalati che abbiamo in nostro potere sarebbero massacrati>>.
>> Il Comitato di Pubblica Difesa
>> Firm. Cassola -Contratti

Jeri giorno il Comandante nemico minaccioso si presentava davanti alla Città, ed il Popolo Bresciano, fermo nelle sue promesse, avrebbe senza dubbio effettuato lo stermino delle sue truppe, se prudentemente non le avesse salvate colla ritirata.
Brescia, 28 Marzo 1849.
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Fino a nuovo ordine del Comitato è proibito a tutti indistintamente di sortire dalla Città.
Brescia, 28 Marzo 1849.
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Le Barricate.
Questa felice istituzione dei Popoli per fiaccare la potenza di forze materiali diabolicamente congegnate a ruina della società deve essere non solo conservata, ma migliorata.
Frattanto pensiamo noi a trar profitto degli importanti vantaggi di tale istituzione.
Le Guardie Nazionali si lagnano, ed a ragione, col vedere tanti individui colle mani in mano, e che non hanno altro scopo se non quello di appagare la propria curiosità raccogliendo notizie, mentre ad esse tocca vegliare giorno e notte per la causa Comune. Nessuna scusa che valga possono addurre i neghittosi in questi momenti d'azione. Chi non ha armi può prestare colle braccia importante sussidio; le barricate lo aspettano. Chi non ha forza di braccio avrà una voce per incoraggiare, mani per apprestar cibi ai lavoranti, cuore per offrir loro ricovero ove ne avessero bisogno.
Tutti i cittadini adunque devono prestare qualche sussidio alla Causa, e Guai agli inerti.
Brescia, 28 Marzo 1849.

Attesa la rinuncia del Cittadino Prestini Giambattista al posto assegnatogli nella Commissione di Giudizio Statario, nominata con Decreto a stampa di jeri giorno, gli si sostituisce il Cittadino Ulisse Marinoni, e perciò tale Commissione viene composta dei seguenti Cittadini.
Contratti Luigi - Cassola Carlo - Marinoni Ulisse.
Brescia, il 28 Marzo 1849.

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Il Comitato di pubblica difesa conoscendo che alcuni dell'armata austriaca disertano, e girano senza nome, ha deliberato che tutti quei disertori che si presenteranno allo stesso Comitato con Fucile, saranno premiati colla somma di corretni L.50, e saranno altresì protetti, e giornalmente sussidiati colla paga di L. 1. 50.
Brescia, 29 Marzo 1849.

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Per evitare qualunque disordine dell'uso della forza armata, e per moderare l'ardore sfrenato di alcuni che anelano ad abbattere il nemico, lo che può portare delle sinistre conseguenze, si ordina che nessuno possa intraprendere qualsiasi offesa fuori della Città, senza avere riportato l'assenso del Comitato di difesa, o de' suoi rappresentanti.
Brescia, 29 Marzo 1849.

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Non avendo avuto compimento la sistemazione della Guardia Nazionale colla convocazione seguita nelle Parrocchie al mezzo giorno d'oggi:
Si ordina che tale convocazione dovrà rinnovarsi nel giorno di domani 30 Marzo alle ore 12 di mezzodì.
A tale convocazione dovranno intervenire indistintamente tutti coloro che sono domiciliati in Città; sia che abbiano armi proprie che armi avute dal Comitato e sia che ricevino soldo o che si prestino gratuitamente, non avuto riguardo alle antecedenti iscrizioni. Tutti quelli che si troveranno in servizio nell'ora prefissa faranno pervenire alla Parrocchia i loro nomi colla indicazione della Compagnia a cui appartengono.
Nessuno manchi per compire un ordine che tanto dee giovare alla Patria.
Brescia, 29 Marzo 1849.

Benelli Demetrio, redattore.

Tip. Boschetti e Gilberti in Piazza del Duomo.

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