Sentiero naturalistico del castagneto

Presentazione: Il Sentiero del Castagneto fa parte di una serie di percorsi naturalistici predisposti per i frequentatori della Base Scout di Piazzole.
Si tratta di un sentiero autoguidato che, con alcune brevi soste nei luoghi più significativi, permette di leggere i tratti fondamentali del paesaggio naturale attraversato.
Sono stati fissati dei punti di sosta contrassegnati da paletti in legno, numerati.
Queste brevi note offrono, in maniera molto sintetica, alcune informazioni su quanto si può osservare.

Il percorso si snoda nei diversi ambienti di un interessante paesaggio forestale: castagneto da frutto, bosco ceduo, rimboschimenti, stagno.
Il sentiero, lungo circa 1 km, non presenta difficoltà e può essere percorso in un'ora e mezza, comprensiva dei tempi per le soste.

Meridiana Prima di imboccare il sentiero val la pena di osservare la secentesca casa rurale, residenza estiva della famiglia Richiedei, antica proprietaria di Piazzole.
La casa è situata su di un terrazzamento naturale formato da una frana avvenuta in lontani tempi geologici (paleofrana). Il terreno circostante era utilizzato a scopi agricoli.
Dalla conformazione di questa zona trae origine, molto probabilmente, il nome della località "Piazzole".
Interessante è il pozzo situato sul perimetro della casa, visibile anche dall'esterno sul fianco Nord-Ovest del fabbricato e protetto da una doppia inferriata. Particolare interessante: data la sua posizione, vi si poteva attingere acqua sia dall'interno che dall'esterno dell'abitazione.
Talvolta il suo scavo veniva riempito di neve, che si conservava fino all'estate, funzionando così da ghiacciaia.
Sul muro di contenimento del terrapieno si notano ciuffi di erba rugginina Erba rugginina (Asplenium trichomanes) (Asplenium trichomanes) appartenente alle felci.

Sulla facciata ovest della casa è stata di recente realizzata una meridiana; data la sua posizione, in estate, l'ora è leggibile solo nel pomeriggio.

B1 -
Il percorso inizia poco oltre la cappella dedicata a S.Michele Arcangelo e coincide, per i primi 80 m, con la strada carreggiabile.

Abete bianco (Abies alba, pigna eretta) Da osservare: l'abete bianco (Abies alba, pigna eretta) Abete rosso (Picea abies, pigna pendula) e l'abete rosso (Picea abies, pigna pendula)

B2 -
Inizia, a sinistra, la strada forestale, realizzata nel 1991 per permettere l'esbosco del legname dall'area schiantata da una tromba d'aria nel giugno del 1989.
Le piste forestali hanno una grande importanza ai fini di una buona gestione dei boschi. Esse permettono cure, di modesta entità ma frequenti ,secondo le indicazioni più moderne della "selvicoltura naturalistica", la più rispettosa degli equilibri dedicati dell'ecosistema silvano.
Di interesse botanico le varie specie di piante visibili in questo punto Ontano nero (Alnus glutinosa) (ontato nero, acero campestre carpino bianco e nero, sanguinello).

Da osservare: l'ontano nero (Alnus glutinosa); Acero campestre (Acer campestre) l'acero campestre (Acer campestre) Sanguinello (Cornus sanguinea) e il sanguinello (Cornus sanguinea)

B3 -
Si attraversa il solco del torrente "della Sorgente", solitamente asciutto. Come tutti i corsi d'acqua di piazzole è soggetto a piene, anche rovinose, solo in occasione di forti piogge.
Si entra nel castagneto da frutto. Dopo l'abbandono avvenuto negli Anni '50, questa antica coltivazione era stata lentamente ricolonizzata dal bosco spontaneo, con gravi conseguenze per i castagni , molti dei quali si trovano in uno stato di forte sofferenza per il cancro corticale.
Dall'inverno 1995 e in atto , da parte dell'Azienda Regionale delle Foreste, un intervento sperimentale per ridare alla zona il suo originario aspetto. Esso consiste nell'eliminazione di tutte le piante nate tra i castagni da frutto e nel risanamento dei castagni vivi mediante potatura con tecniche di tree-climbing (arrampicata sugli alberi). sono inoltre stati eseguiti alcuni innesti con varietà locali e pregiate di marroni.
Appena oltre il torrente si osservi la bella "voliera" (ceppaia di valore ornamentale ) di carpino bianco.

Da osservare: il castagno (castanea sativa).

Castagno (castanea sativa) B4 -
Vecchio castagno nodoso con ampia cavità, dell'età approssimativa di 150-200 anni. Caratteristica è, nella stagione umida, la presenza di felce dolce (polypodium vulgare*) che si radica nella corteccia o alla base del tronco dei vecchi castagni, dove, in autunno, spunta pure la lingua di bue (Fistulina hepatica), un fungo di colore rossastro. I grandi alberi vecchi, in apparenza inutili, rappresentano fonte di vita per funghi ed erbe, nonché rifugio sicuro per animali che altrove trovano un ambiente ostile.

Alla fine dell'inverno fioriscono in questa zona le prime specie di flora effimera: l'elleboro o rosa di Natale (Helleborus niger*) dal fiore bianco; il dente di cane (Erytronium dens canis*), bianco-rosato; l'erba trinità o fegatella (Anemone hepatica) azzurro-violaceo; l'anemone dei boschi (Anemone nemorosa*) bianco o rosato.

Erba trinità (anemone hepatica) Da osservare: l'erba trinità (anemone hepatica)

Talvolta il suolo appare dissodato a causa del passaggio di cinghiali che scavano col grugno in cerca di cibo.

Al bivio tenere il sentiero più alto raggiungendo una radura.

B5 -
Nespolo (mespilus germanica Attraversando la radura si individuano, a sinistra, alcuni nespoli, in autunno carichi di frutta.

Da osservare: il nespolo (mespilus germanica).

Verso sud si imbocca il sentiero in corrispondenza di una ceppaia di castagno che presenta il segno di confine del piano di assestamento forestale: da notare, alla base, il soffice muschio e ciuffi di brugo (Calluna vulgaris), dai fiori violacei.
Si prosegue in discesa tra una fitta boscaglia mista di nocciolo, sambuco, castagno e carpino. Nocciolo (corylus avellana)

Da osservare: il nocciolo (corylus avellana)

B6 -
Si arriva all'area devastata da una tromba d'aria nel giugno 1989, causa dello schianto del bosco di robine che avevano colonizzato la zona (v.B2).

Robina (Robina pseudoacacia) Da osservare la robina (Robina pseudoacacia).

Si è provveduto al rimboschimento con l'Operazione Mamre (1991) che ha visto impegnati Clan e Comunità Capi scout provenienti anche da altre regioni.

A ricordo di questa impresa sono state piantate tre qerce-simbolo che si possono vedere in prossimità di una targa in legno pirografata.
Nella zona, in autunno, fioriscono i ciclamini (cyclamen europaeum*).

B7 -
Si attraversa per un lungo tratto un bosco ceduo molto degradato.
Il bosco ceduo, in passato, veniva tagliato molto frequentemente (anche ogni 7-8 anni). Ciò ha provocato nel terreno una naturale perdita di fertilità.
Ora che non viene più ceduato da alcuni decenni, l'ecosistema forestale sta faticosamente cercando di evolvere verso forme più mature. Sono in atto fortissime competizioni interspecifiche (tra le specie diverse) e intraspecifiche (tra i diversi polloni su una stessa ceppaia) che porteranno alla graduale selezione dei soggetti migliori in una sorta di bosco d'alto fusto accompagnato da grandi quantità di legna morta in piedi e a terra che l'uomo dovrà cercare di allontanare anche al fine della prevenzione degli incendi.
Tra le tendenze osservabili va notata la riduzione del castagno, che in passato era stato ampiamente favorito dall'uomo, e dell'olmo che, dopo i primi due decenni di vita, regredisce a causa di grafiosi offrendo lo spettacolo di fusti diritti, completamente scortecciati frequentemente ricamati dalle gallerie di scolitidi, insetti xilofagi (che si nutrono di legno ).
Il percorso taglia un versante interessato, in passato, da ampi fenomeni di franamento che hanno ringiovanito i suoli ed impedito l'evoluzione verso forme più mature.

Da osservare: l'olmo (Ulmus carpinifoglia).

B8 -
Olmo (Ulmus carpinifoglia) Al bivio è interessante compiere una brevissima digressione verso destra fino alla piazzola di manovra dei trattori, in corrispondenza di un vallone non formato dall'erosione dell'acqua, ma dalla frattura degli strati rocciosi a seguito di movimenti e deformazioni della crosta terrestre (movimenti tettonici).

Si ritorna al bivio e si prende il sentiero che sale a sinistra.
Qui il bosco rappresenta un esempio molto interessante di un ecosistema che si sta evolvendo verso un equilibrio naturale.

B9 -
Roverella (Quercus pubescens) Ci si trova in un'altra piazzola di manovra contornata da numerose querce.

Da osservare: la roverella (Quercus pubescens)

Stando a sud della piazzola è ben visibile, di fronte, l'imboccatura di una grotta, l'unica presente nel Parco Natura. Essa rivela l'esistenza di fenomeni di carsismo dovuti alla lenta dissoluzione del carbonato di calcio costituente queste rocce (medolo e formazione di Concesio) da parte dall'acqua piovana. Continuando per il sentiero, il bosco si infittisce: si notano castagni, aceri campestri e frassini con sottobosco misto di edera, pungitopo, dalla caratteristica foglia aculeata e dalle bacche rosse, e biancospino, ricco in autunno di frutti rossi che permangono d'inverno.

Frassino (Fraxinus ornus) Biancospino (Crataegus monogyna) Corniolo (Comus mas) Da osservare: il frassino (Fraxinus ornus)

il biancospino (Crataegus monogyna)

e il corniolo (Comus mas)

Si noti la presenza di qualche corniolo e di noccioli. In primavera grande fioritura di pervinche. Evidentissimi sono, sulle cortecce degli olmi campestri, i segni della grafiosi.
Il sentiero si apre a tratti verso la collina ad ovest. Si osserva un cambiamento di vegetazione dovuto all'aumento dell'esposizione alla luce solare e alla diminuzione di umidità conseguente all'allontanamento dal fondo valle: compare il carpino nero in sostituzione del carpino bianco.
Sul lato destro del sentiero vi è un affioramento di roccia calcarea compatta biancastra, a grana finissima, scheggiosa (maiolica), che dà origine per decomposizione ad un terreno argillo-marnoso chiaro. Massi di maiolica sono disseminati anche sul lato della valle.

B10 -
La radura, attrezzata ed utilizzata per attività scout, nel secolo scorso era pascolo con castagni, sostituito poi da castagneto da frutto di cui sono rimasti pochi esemplari. La zona è particolarmente interessante per la varietà di specie presenti: roverella, betulla, carpino bianco e carpino nero, nespolo germanico e, naturalmente, castagni. Sopra e sotto la radura sono visibili antichi terrazzamenti, un tempo coltivati a prato-pascolo.

Carpino bianco (Carpinus betulus) Carpino nero (Ostrya carpinifolia) Da osservare: il carpino bianco (Carpinus betulus)

e il carpino nero (Ostrya carpinifolia)

Si notano alcune piantine di mirtillo indicative del carattere acido del terreno. Ci troviamo infatti su un terrazzo geologicamente antico costituito da una paleofrana. Qui il suolo è maggiormente evoluto, e quindi più acido, perché ha subito un processo più accentuato di decalcificazione per la solubilizzazione ed asportazione in profondità (lisciviazione) del carbonato di calcio da parte delle acque meteoriche.
Il sentiero sale verso un capanno in legno.

B11 -
Si costeggia il torrente "del Castagneto" e si accede al guado in corrispondenza di un segno azzurro, proseguendo fino ad incrociare la strada proveniente dalla radura. Nel bosco, fresco e umido, spicca il tronco bianco di qualche betulla e il percorso è caratterizzato dalla presenza di felce aquilina.

Da osservare: la betulla (Betula alba)

E la felce acquilina (Pteridium aquilinum)

Betulla (Betula alba) Felce acquilina (Pteridium aquilinum) Circa 150 anni fa la zona appena attraversata era coltivata e definita ronco (dal lat. Runcare = sarchiare, dissodare) cioè area di zona collinare dissodata a scopi agricoli. Ne sono ancora prova numerosi ripiani (ciglioni) utilizzati ora per campeggio.

B12 -
Si lascia sulla destra il sentiero per Civine, si procede per alcuni metri, si riattraversa il torrente "della Sorgente" e si continua.

B13 -
Il laghetto, piccolo bacino artificiale, è stato realizzato da un gruppo scout nel 1990, sfruttanto l'esiguo flusso d'acqua proveniente da una sorgente posta poco più a monte, la portata si è ridotta a seguito di uno smottamento avvenuto all'inizio degli anni 80. Fino ad allora questa fonte sopperiva al fabbisogno idrico della casa alimentando una fontanella in pietra posta all'esterno della cappella.
Il filo d'acqua che scorre nel laghetto impedisce che questo geli durante l'inverno. L'ambiente è tuttavia simile a un stagno.
Vi crescono nifee (Nymphaea alba*) e, al bordo , canne di bambù.
Vi sono stati immessi pesci rossi estranei all'ambiente che si cibano di larve di insetti; sono presenti gerridi ( Gerris lacustre), piccoli insetti filiformi, leggerissimi che, sfruttando l'elevata tensione superficiale dell'acqua, saettano a pelo d'acqua ed esemplari di Libellula imperatore dal colore azzurro intenso nel maschio adulto.
In primavera si possono vedere in superficie le uova di rana, piccole sfere trasparenti raggruppate in masse gelatinose e, successivamente, i girini.
La presenza d'acqua, corrente anche in inverno, è elemento di vitale importanza per l'avifauna: infatti gli uccelli, anche quelli di passo, vi si abbeverano, si cibano della microfauna ivi presente e ne approfittano per frequenti lavaggi delle piume che, rese soffici e gonfie, sono un efficace termoisolante.
Il fango che si trova ai bordi è indispensabile a uccelli come rondini e balestrucci per impastare, a primavera, il loro nido.

B14 -
Area di rimboschimento di conifere (pino nero, pino strobo, abete rosso, larice) di recente piantumazione (20 anni).
La zona è ricca di erica arborea, arbusto a fiore bianco con fioritura continua; la sua radice (ciocco d'erica), per la forma caratteristica e per le sue qualità di durezza e di resistenza alla combustione, è ricercata per ricavarne pipe. Poco sopra, verso il torrente "della Cascata", vi sono alcuni vecchissimi castagni tra i quali spicca quello che raggiunge il diametro maggiore a Piazzole.

Da osservare: il pino nero (Pinus nigra)

e il pino strobo (Pinus strobus)

e il larice (Larix decidua)

Pino nero (Pinus nigra) Pino strobo (Pinus strobus) Larice (Larix decidua) Nota bene:

per un approfondimento vedi: "Animali e Piante a Piazzole", raccolta di schede utili all'identificazione delle specie flristiche e faunistiche nelle guide ai sentieri.

Le specie floristiche segnate con un asterisco sono protette. Ammiratele senza raccoglierle e favorite il diffondersi di questa attenzione.


Il "Sentiero naturalistico del Castagneto" è stato realizzato con il contributo dell'Assessorato Caccia e Pesca della Provincia di Brescia.

Hanno collaborato alla sua realizzazione:
la pattuglia agro-forestale di Piazzole guidata da Giuliano Bresciani
la pattuglia natura della Fondazione S.Giorgio

coordinamento: Paolo Nastasio cartografia: Luigi Ricci

Origine
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